Saturday, September 02, 2006

Razzismo in Brasile


"Quali sono le cinque cose che un nero ha di colore bianco? Gli occhi, i denti, i palmi delle mani, i palmi dei piedi... E il Capo" - Barzelletta raccontata da Fujii.

Racconterò, a voi che seguite le mie stupidaggini, le mie prime impressioni sul razzismo in questo Paese. Risiedo qui da meno di tre settimane, a Dicembre le mie impressioni saranno ovviamente diverse, e magari ve le riferirò.

Prima di arrivare qua, credevo molto ingenuamente che il Brasile fosse un Paese che non conosceva razzismo, dove persone di tutti i colori vivevano in armonia e non ci fossero etnie discriminate. Avevo forse letto o visto in tv qualcosa che mi aveva messo questa idea in testa, o forse perchè i mulatti sono più di un terzo della popolazione; fatto sta che, arrivato qua, non mi ci è voluto molto per capire quanto questa idea fosse sbagliata.

Il problema riguarda i neri, i mulatti e i pochi indios rimasti, perchè i bianchi sono bianchi, e gli asiatici si integrano e salgono la scala sociale senza grosse difficoltà; non mi è ancora chiaro il motivo, ma sembra sia così in tutto il mondo.
  • I bianchi discendono ovviamente dai colonizzatori (portoghesi soprattutto), e da tutti gli immigrati europei che hanno raggiunto questo Paese fino alla metà del XX secolo.
  • Gli asiatici sono immigrati a milioni nello stesso periodo.
  • Gli Indios sono nel Paese da millenni e sono stati quasi sterminati dai nostri avi europei, ad oggi ce ne sono circa 700.000. Dopo che i nostri avi scoprirono che gli Indios non erano grandi lavoratori, decisero, proprio come i loro colleghi inglesi, di andare in Africa a comprare schiavi.
  • I pronipoti di questi schiavi sono i neri e i mulatti di oggi. Abolita la schiavitù, milioni di persone senza educazione, mezzi e prospettive si sono riversate, dalle piantagioni, nelle città, creando le famose favelas.
Piccolo escursus: dopo l'abolizione della schiavitù a lavorare nelle piantagioni sono andati milioni di italiani disperati che lavoravano alle stesse condizioni dei neri e pagavano anche il biglietto della nave (con questo commento non intendo essere razzista, capisco la differenza tra libertà e schiavitù, e le grandi sofferenze che i neri hanno dovuto soffrire)

Si capisce quindi che i neri(mulatti inclusi) siano partiti già svantaggiati. E non hanno fatto grandi passi avanti. I neri sono fortemente sottorappresentati in tutti i posti di responsabilità della società, e la situazione non sembra cambiare; nella mia università ho finora avvistato: mulatti: 1 neri:0.

Attualmente un uomo bianco guadagna il 60% in più di una donna nera con le stesse identiche capacità ed educazione (mi chiedo dove abbiano trovato una situazione simile in numeri rilevanti per poter fare una statistica). Il livello di ricchezza dei neri è molto più basso di quello dei bianchi e non ci sono tracce di miglioramento. Il problema è che questo è un Paese in cui è quasi tutto privato, peggio che negli USA, ma, a differenza degli USA, gli strumenti per uscire dalla povertà e per dare anche ai poveri talentuosi qualche chanche sono molto limitati; ciò significa che se nasci povero è altamente probabile che tu ci rimanga. La mobilità sociale è quindi molto limitata, un po' come in Italia. Credo che la mobilità sociale sia minata anche dal fatto che la classe media quasi non esiste, quindi è chiaramente più difficile passare da uno strato basso ad uno alto, che da uno medio-basso ad uno medio. A differenza, però, dell'Italia, dove c'è sicuramente più mobilità sociale, non fraintendetemi, per i poveri non c'è alcuna protezione sociale, il che peggiora ulteriormente la situazione. Nella società si crea quindi una senso di frustrazione, ingiustizia e rabbia che ogni tanto scoppia in rivolte, come nei ghetti neri americani. Come qualche mese fa, dove, qui a SP, ci sono stati pesanti tafferugli e rivolte, capeggiate da un partito di narcotrafficanti, il PCC, in cui sono morte oltre 100 persone.

Quindi il tenore di vita di neri e bianchi è molto diverso, e questo causa ovviamente delle discriminazioni. Di dire poi che i brasiliani siano più o meno razzisti di altri popoli non me la sento, ho esperienze troppo limitate, certo è che il razzismo esiste, come d'altronde ovunque, purtroppo. Quello che è anche certo è che queste due etnie vivono separate e hanno poche occasioni di contatto: una delle poche è il Carnevale, che è organizzato prevalentemente dagli abitanti delle favelas. Già sono poveri, poi devono anche organizzare il Carnevale, mah... In questo modo, per lo meno, alleviano il loro senso di frustrazione e distolgono la mente da rivendicazioni sociali o rivolte. E' lo stesso meccanismo del calcio, in Brasile e in Italia. I Romani ci hanno insegnato tante cose, qui però il pane non sempre glielo danno, e allora sono guai.


Volevo ringraziare tutti coloro che seguono questo blog, che ho scoperto essere più di quanti avrei immaginato e vorrei porgere un saluto speciale a mia Nonna.

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